Le dipendenze esogene e endogene.
Parlare
di dipendenze riporta alla mente della maggior parte di noi all’uso di sostanze chimiche, laddove oggi è ben più
ampia l’area cui rivolgere attenzione e riflessione.
Una
prima distinzione è quella fra esogeno ed endogeno, che nell’ambito medico e
biologico indicano rispettivamente qualsiasi fattore esterno all’organismo o da
questo invece prodotto. In tal senso
quindi possiamo riconoscere come esogene sostanze chimiche quali droghe,
stupefacenti, farmaci o alcol e come endogene ormoni o neuro-mediatori.
Nell’accezione
che abbiamo attribuito al tema delle ‘dipendenze’ in questi seminari, i due
aggettivi possono essere anche interpretati come esterno e oggettivato
l’esogeno e interno e intersoggettivato l’endogeno. Ciò fermo restando
ovviamente che anche nelle dipendenze qui definite endogene il fattore umano
dell’Altro (vedi dipendenze affettiva e sessuale) viene oggettivato dalla
persona affetta da dipendenza patologica.
Accanto
alle precedenti, diverse forme di dipendenza si sono attualmente aggiunte alle quelle note, definite da specifici comportamenti, quali gioco,
internet, social, cellulare, sesso, ecc.
Tutti
i comportamenti dipendenti, seppure inizialmente associati al desiderio di
piacere e di gratificazione, riproducendosi progressivamente in una coazione
a ripetere o compulsione finiscono col divenire
un bisogno che, raramente o mai, trova appagamento o piacere. Ciò che diviene
imperante, in una condizione di dis-regolazione
emotiva, è il bisogno di attivazione e di riprodurre il comportamento.
Da
questi pur brevi cenni è facilmente arguibile quanto i suddetti comportamenti
ricadano sul contesto relazionale, dal più intimo al sociale allargato, della
persona che ne è affetta. Dalle ricadute
più ‘materiali’ (vedi perdite economiche con il gioco d’azzardo o il sesso a
pagamento) a quelle più ‘psicologiche’ in quanto le persone affettivamente più
intime risultano solo come uno sfondo,
la persona dipendente non è in grado di esserne autenticamente a contatto al
pari di quanto non lo è con il proprio essere interiore.
E
proprio dalle ricadute relazionali, familiari e contestuali, può pervenire ai
consultori la richiesta d’aiuto. Sono infatti il più spesso coniugi, genitori,
figli o amici coloro che, percependo l’aspetto patologico dei comportamenti e
essendone più direttamente e in vario modo coinvolti, si rivolgono alle
istituzioni, quali Sert o Consultori, per affrontare e dare una soluzione al
problema.
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