martedì 9 maggio 2017

INTRODUZIONE DI ROSANNA INTINI

Rosanna Intini, medico, psicoterapeuta, specialista in psicologia clinica e Vice Presidente del C.I.S.
Le dipendenze esogene e endogene.
  
Parlare di dipendenze riporta alla mente della maggior parte di noi all’uso di  sostanze chimiche, laddove oggi è ben più ampia l’area cui rivolgere attenzione e riflessione.
Una prima distinzione è quella fra esogeno ed endogeno, che nell’ambito medico e biologico indicano rispettivamente qualsiasi fattore esterno all’organismo o da questo invece prodotto.  In tal senso quindi possiamo riconoscere come esogene sostanze chimiche quali droghe, stupefacenti, farmaci o alcol e come endogene ormoni o neuro-mediatori.
Nell’accezione che abbiamo attribuito al tema delle ‘dipendenze’ in questi seminari, i due aggettivi possono essere anche interpretati come esterno e oggettivato l’esogeno e interno e intersoggettivato l’endogeno. Ciò fermo restando ovviamente che anche nelle dipendenze qui definite endogene il fattore umano dell’Altro (vedi dipendenze affettiva e sessuale) viene oggettivato dalla persona affetta da dipendenza patologica.
Accanto alle precedenti, diverse forme di dipendenza si sono attualmente  aggiunte alle quelle note, definite da specifici comportamenti, quali gioco, internet, social, cellulare, sesso, ecc.
Tutti i comportamenti dipendenti, seppure inizialmente associati al desiderio di piacere e di gratificazione, riproducendosi progressivamente in una coazione a ripetere o compulsione finiscono col divenire un bisogno che, raramente o mai, trova appagamento o piacere. Ciò che diviene imperante, in una condizione di dis-regolazione emotiva, è il bisogno di attivazione e di riprodurre il comportamento.
Da questi pur brevi cenni è facilmente arguibile quanto i suddetti comportamenti ricadano sul contesto relazionale, dal più intimo al sociale allargato, della persona che ne è affetta.  Dalle ricadute più ‘materiali’ (vedi perdite economiche con il gioco d’azzardo o il sesso a pagamento) a quelle più ‘psicologiche’ in quanto le persone affettivamente più intime risultano solo come uno sfondo, la persona dipendente non è in grado di esserne autenticamente a contatto al pari di quanto non lo è con il proprio essere interiore.
E proprio dalle ricadute relazionali, familiari e contestuali, può pervenire ai consultori la richiesta d’aiuto. Sono infatti il più spesso coniugi, genitori, figli o amici coloro che, percependo l’aspetto patologico dei comportamenti e essendone più direttamente e in vario modo coinvolti, si rivolgono alle istituzioni, quali Sert o Consultori, per affrontare e dare una soluzione al problema.

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